Ragade anale

Le ragadi anali sono delle ulcerazioni più o meno profonde a livello della mucosa del canale anale che provocano intenso dolore e sanguinamento.

Possono sopraggiungere a tutte le età e la loro patogenesi è correlata spesso con quadri di stipsi cronica. La sede principale di insorgenza delle ragadi è la parte posteriore dell’ano, in corrispondenza dello sfintere, e spesso sono accompagnate dalla presenza di congestione emorroidaria.

Il dolore è spesso molto intenso e insorge durante e dopo l’evacuazione, soprattutto in caso di passaggio di feci molto dure.

La prima forma di prevenzione è appunto un corretto regime alimentare e un’adeguata idratazione, che favoriscono la regolarità intestinale e il passaggio di feci morbide.

Ma quando ci dobbiamo preoccupare di fronte ad una ragade anale? 

Le ragadi si presentano inizialmente con una forma “acuta”, con dolore e sanguinamento; in questo caso la guarigione della ferita è più semplice e si può interventire con farmaci più o meno blandi e con una correzione dello stile di vita e dell’alimentazione.

In mancanza di un’adeguata terapia, la ragade può cronicizzare e in questo caso diventa molto più difficile far rimarginare la ferita e in alcuni casi si deve arrivare ad un trattamento chirurgico. In questi pazienti riscontriamo nel 70% dei casi la presenza di un ascesso intersfinterico.

Nei casi di cronicizzazione, è importante eseguire una ecografia transanale a 360° al fine di identificare eventuali ascessi e una manometria anorettale che possa mettere in evidenzia un’eventuale ipertono dello sfintere anale, alla base della persistenza della ragade e del dolore.

FAQ

1. Come faccio a capire che ho una ragade anale?

Molto spesso i pazienti quando vedono un sanguinamento pensano subito alle emorroidi, dimenticando che esistono anche altre condizioni che si presentano in questo modo. Ricorrono quindi alla consulenza “telefonica” del medico curante o al “parere” del farmacista, che puntualmente consigliano creme molto costose e in molti casi inefficaci. Rispetto alle emorroidi le ragadi anali provocano un dolore puntorio ed improvviso soprattutto al passaggio delle feci, che ricorda per esempio il dolore di una qualsiasi ferita al contatto con sostanze acide o irritanti.

2. Quanto ci mette a guarire una ragade anale?

Una volta posta la diagnosi di ragade anale con una visita proctologica, verrà impostata una terapia sulla base della probabile causa della ragade. In molti casi vengono prescritte creme da applicare localmenteche agiscono sul tono dello sfintere e anestetici locali. Anche se il beneficio viene notato spesso fin dalle proprie applicazioni, grazie appunto all’effetto dell’anestetico, la terapia deve essere proseguita per alcune settimane prima di poterne apprezzare i reali risultati. In caso di insuccesso della prima linea terapeutica, si dovrà ricontattare il proprio medico per impostare un nuovo trattamento.

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Domitilla Gaia Passantino - MioDottore.it